LA FUCINA
di ALESSANDRO CANTONI
L'homo faber, colui che crede che fare impresa sia un'arte, è stato, fino a qualche decennio fa, dipinto a tinte fosche da un certo emisfero politico, spesso agitato da invidie sociali e risentimenti nei confronti di chi, apparentemente, è fermo, ma "non inerte", avrebbe detto D'Annunzio. Di chi ha il coraggio e la forza di sorreggere il timone dell'iniziativa nel mare turbinoso della vita.
Allo
stato attuale, una certa intellighenzia prezzolata
non cessa di guardare con sospetto all'universo della produzione italiana ed al
necessario compromesso che le istituzioni politiche stringono con esso.
Almeno,
la vecchia sinistra sognava un mondo di produttori. Oggi, la gauche caviar promette la "liberazione dal
lavoro", mentre è proprio quest'ultimo a rendere la nostra esistenza piena di
significato.
Il
lavoro è una forma di impresa, in cui ciascuno lascia un segno tangibile della
propria esistenza comune.
Quella dell'impresa
artigianale è una poetica di sublime voluttà. Il Deus ex machina che la anima non
è soltanto un nume tutelare. Egli è anche demiurgo. Come l'artista, dà forma tanto
alla materia quanto allo spirito. Questo homo
faber, in cui alberga lo spirito del
genio, è creatore di bellezza.
Anche
noi de La fucina delle idee vogliamo
offrire ai nostri lettori un prodotto che sia bello, di qualità. Una Ferrari
dell'editoria italiana.
Crediamo
che comporre pensieri sia come produrre un eccellente abito di sartoria. Spesso
è difficile scorgere il collegamento, perché la filigrana dello scrittore sono
i pensieri stessi.