A sinistra si sono scordati anche la storia

L'EDITORIALE
Di Alessandro Cantoni
In quale antro oscuro si è perduta la sinistra? Pur non essendo appassionato alla Causa, mi pare evidente che i figli di quella tradizione politica abbiano cambiato pelle.
C'è stato un tempo, nemmeno troppo lontano, in cui essi rivendicavano con orgoglio un profondo attaccamento alla Storia.
Era questa la stagione in cui personalità del calibro di Gramsci e di Togliatti, ma anche di Longo, di Berlinguer e di Natta praticavano verso di essa una sorta di culto reverenziale.
Il padre della dottrina comunista, infatti, aveva insegnato loro a prender coscienza delle categorie storiche.
Allontanandosi dal suo mentore e maestro Friedrich Hegel, Marx aveva appreso a diffidare di quella bestia a tre teste chiamata idealismo. Lo Spirito - così lo definì Hegel - e la sua evoluzione incarnata dallo Stato non poteva prescindere da quei fattori sociali, economici e antropologici (in una parola, storici) di una nazione o della comunità.
Nacque così, alla sinistra del padre, il materialismo storico e dialettico, in cui l'humus della struttura determinava quello della sovrastruttura.
Se si voleva fare la rivoluzione occorreva tenere conto della Storia riferita a ciascun contesto particolare. Avrebbe dovuto, pertanto, concretizzarsi in maniera diversa a seconda delle condizioni storico-materialistiche dei popoli.
Oggi, sembra che la sinistra abbia completamente smarrito la sua matrice intellettualistica d'origine. Intellettualismo, ben inteso, sostanzialmente diverso da quello tradizionale e borghese. Intellettualismo organico, per dirla con Gramsci, finalizzato a sostenere la Causa e a promuovere la formazione dell'uomo engagé, dell'homo faber, il quale non si eleva al di sopra delle classi sociali (non è, cioè, super partes), bensì si pone al servizio delle classi subalterne.
Insieme a ciò, la sinistra ha rinnegato il suo legame con le categorie storiche, che ignora di conoscere.
Lo comprendiamo da molti assunti decontestualizzati e intrisi di astratto idealismo: profetizzano il ritorno delle camicie nere senza accorgersi di quanto sia cambiata la "struttura", ovvero il sostrato dei governati.
L'ultimo atto di violazione verso la ragione storica è avvenuto tramite il passaggio all'idea progressista di matrice sessantottina. Una visione che ha ridotto in frantumi il materialismo dialettico marxista e che pensa di poter abdicare dalla Storia per costruire il futuro.
Per favore,
ridateci la vecchia sinistra. Almeno aveva una sua dignità e educava, se non a
pensare, almeno a studiare.