Avidità e escort. I nostri vizi sono pubbliche virtù

L'EDITORIALE di Alessandro Cantoni
A risollevare la nostra economia non ci penserà certo la politica, come ha ricordato giustamente il professor Tremonti in un'ultima intervista per Libero Quotidiano. Gli imprenditori e gli artigiani ce la faranno malgrado Montecitorio o Bruxelles, bensì grazie al sostegno dei cittadini, che non si sono mai tirati indietro di fronte allo Stato esattore ed insolvente. Sarà ancora una volta il ceto medio a far tirare un sospiro di sollievo, se non proprio a intonare un canto della vittoria. L'estate è l'occasione per rilanciare i consumi, smuovere l'economia locale. Privilegiare il rapporto con la qualità diviene d'obbligo per sostenere i tanti uomini e le donne che con passione conducono la loro attività. Andare in una buona trattoria, valorizzando l'impegno di chi cura il rapporto con il cliente e la cultura del cibo, può essere meglio che tuffarsi in una catena di fast food per risparmiare qualche euro; acquistare un buon prodotto di artigianato locale farà la differenza e regalerà un sorriso a chi non ha mai smesso di lottare e non ha mai abbassato le serrande nonostante l'inoperosità economica del governo e delle istituzioni.
I vizi privati, come scriveva Mandeville, sono pubbliche virtù, o, per dirla con Gordon Gekko in Wall Street del 1987, l'avidità è giusta, funziona, e salverà quella grande società chiamata America. In questo caso, speriamo anche quella che fu la quinta potenza mondiale sotto l'egemonia craxiana.
In Italia, il centro-sinistra dovrebbe smetterla di dichiarare guerra agli imprenditori o ai ceti più abbienti. Sono loro, in effetti, il vero motore dello sviluppo economico. La mentalità della tassazione al 70% se guadagni molto è quella che fa fuggire gli investitori verso altri paesi, dove lasciano il loro patrimonio, fanno affari e contribuiscono al benessere di quella comunità. Bisogna capire che il ragionamento di Oscar Wilde, "nulla è più necessario del superfluo" non è soltanto un motto buono per esteti come D'Annunzio, ma va tradotto in termini economici.
Chi possiede un alto reddito non andrebbe demonizzato, né bisognerebbe studiare il modo per spillargli tutti i quattrini. Al contrario, le premesse per la ricchezza delle nazioni risiede nel capitale privato, negli individui stessi. Lo stesso Keynes sosteneva che stampare moneta e aumentare la ricchezza privata dei cittadini è il presupposto fondamentale per un aumento del Pil.
Proviamo ora a fare un altro ragionamento. Pensiamo a ciò che oggi alimenta il mercato del lusso e ci accorgiamo che sul piatto vi sono soprattutto grandi capitalisti e le escort di alto bordo. In Italia gli industriali con un grande patrimonio sono in realtà minoritari, in quanto il nostro tessuto sociale è costituito soprattutto da piccoli e medi imprenditori. Al contrario, le escort proliferano e non sono affatto un danno per l'economia, bensì, al contrario, un'opportunità. In Italia la prostituzione non è un reato, a differenza di altri paesi, sebbene sia illegale il favoreggiamento, vale a dire il suo sfruttamento da parte di soggetti terzi. Liberalizzare è più utile che restringere, perché è dai nostri vizi che si alimenta il circolo virtuoso dell'opulenza collettiva.