Corona fa strage e la politica dà manforte

16.05.2020

Di Nicolò Corradini

Prima di trattare le conseguenze dannose per la salute delle misure restrittive per arginare il COVID-19, è necessario fare una piccola premessa: chiunque si lamenti di tali restrizioni le rispetta, altrimenti non se ne lamenterebbe. Ciò detto, dall'11 marzo a lunedì scorso tutta Italia è stata completamente fermata, nell'ambito della cosiddetta Fase 1 di prevenzione per la pandemia di Coronavirus. 

Sessanta milioni di cittadini italiani si sono visti costretti a non uscire di casa, salvo per ragioni molto precise e circoscritte, dovendo chiudere attività, smettere di lavorare e intrattenere rapporti sociali solo all'interno delle mura domestiche o con l'ausilio di mezzi telematici. Senza volersi addentrare nel ginepraio delle ricadute economiche del cosiddetto lockdown (l'inglese di oggi è il latinorum di ieri), basti dire che lo stesso FMI ha stimato una perdita di prodotto interno lordo per l'Italia del 9,1% per quest'anno, mentre lo stesso Fondo Monetario ci avrebbe prospettato a gennaio una crescita del 3,3% se non avessimo avuto queste misure. La situazione economica, dunque, è nient'affatto rosea e la ripresa, quando avverrà, sarà sicuramente costata lacrime e sangue, quand'anche venissero approvati finanziamenti internazionali che, comunque, non sarebbero dati gratis.  

Alla crisi economica si aggiungono poi le pesantissime condizioni di stress psicofisico a cui tutti, in un modo o nell'altro, siamo stati sottoposti. Ci si immagini cosa potrebbe significare vivere in un appartamento al terzo o quarto piano di un palazzo, pure di 100 mq, ma essendo in famiglia in quattro, non potendo uscire e dovendo svolgere tutte le proprie attività a strettissimo contatto con la famiglia e con possibilità limitatissime di privacy. Si fa presto a dire "pensate ai malati, smettetela di lamentarvi", ma magari in quella famiglia ci sono i genitori che non sanno se vedranno la cassa integrazione o peggio uno dei due è titolare di un'attività. I figli, d'altro canto, in quanto giovani sono pieni di energia e si vedono frustrati nella possibilità di esprimerla: certo, si può fare di necessità virtù e approfittarne per studiare, ma il tempo restante che si fa? C'è chi, per non stare fermo, organizza palestre fai da te, avvalendosi dei numerosi tutorials di fitness reperibili in internet, chi si dà alla cucina, arrivando a sfornare due o tre torte al giorno, chi, vivendo in una casa di proprietà, non perde tempo per cercare qualche lavoro domestico rimasto in sospeso... tutto questo ha un unico comune denominatore: il bisogno spasmodico di impegnare il cervello. Laddove, nella maggioranza dei casi, la gran parte delle persone si sarebbe abbandonata alla pigrizia e all'ozio improduttivo, in queste condizioni prevale invece il bisogno patologico di trovare qualcosa da fare. La chiusura delle scuole ha costretto moltissimi genitori a supplire agli insegnanti, dovendo assistere i figli più piccoli nello studio, spesso senza disporre delle necessarie conoscenze per farvi fronte. Molte coppie si sono rotte: nel migliore dei casi conviventi che non sono riusciti a sopportare la reclusione forzata, senza quelle normali pause che sono le ore lavorative; o peggio coppie sposate, che al temine della quarantena potrebbero decidere di divorziare, costituendo così anche un problema economico per le probabili rivendicazioni pecuniarie, aggravate dal difficile momento lavorativo. In questa fase, l'unico settore che ha segnato un andamento positivo è stato quello delle le vendite online, ma il saldo resta negativo giacché in molti si sono messi a comprare mentre non avevano introiti.

La cosiddetta Fase 2, iniziata il 4 maggio, si prospetta ugualmente drammatica, con ulteriori costi alle imprese per adeguarsi ai parametri anti-covid, gli ingressi scaglionati nei locali pubblici, gli inevitabili rallentamenti alla normale attività lavorativa... Si è stimato che il turismo pesi sul reddito nazionale intorno al 12%, ma a ben guardare le località in cui ristoranti e attività di ricezione costituiscono l'asse portante del tessuto economico (penso tanto al mare quanto alle località di montagna) usciranno dal 2020 in ginocchio, per usare un eufemismo, altrimenti rimarranno completamente prostrate. Tutto ciò si traduce in un gettito fiscale fisiologicamente diminuito, proprio mentre ci si accinge a richiedere prestiti che dovranno essere pagati con gli interessi.

Purtroppo, la situazione è tragica ma pare non essere seria, perché la stessa classe politica pare non rendersi conto di dove si sta conducendo questa strada.

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