Il pensiero è infinito?

22.01.2023

Di Alessandro Cantoni

Approfondimento filosofico - 

La vita dell'essere ha inizio, per Hegel, nel momento stesso in cui lo si nomina, se ne dà una definizione. Definirlo significa trasformare l'idea fuori di sé, l'immediato indeterminato, in un'idea in sé e per sé.

Il compito del filosofo sarà quello di dimostrare, nella Fenomenologia dello Spirito, che tutto ciò che è riconosciuto come sostanza può diventare soggetto. Tradotto in parole semplici: quando pensiamo, non conosciamo semplicemente gli oggetti posti fuori di noi, ma conosciamo noi stessi in quanto Pensiero puro.

Le singole conoscenze, i risultati concreti che realizziamo durante il processo della conoscenza, ossia della coscienza in atto, non sono altro che dei momenti di una totalità. Questa totalità è il pensiero puro e semplice. E' ciò che Hegel chiama l'Infinito. Non il "cattivo infinito" inteso come somma algebrica di numeri infiniti, bensì l'Infinito in sé.

Ora, che cosa deriva da questo ragionamento?

  • Le conoscenze particolari sono solo momenti di un Infinito, che, in sé e per sé, non significano nulla.
  • Il pensiero è completo in sé stesso: è autocoscienza pura.

Per Hegel il pensiero è la sua stessa attività: non un qualche risultato concreto come 1+1=2. Il movimento stesso è la chiave per comprendere che cosa è il Sé.

Il pensiero-Infinito è un falso concetto:

Dal mio punto di vista, questa prospettiva liquida la questione dell'Essere in termini esclusivamente immanentistici.

Il pensiero non è completo in sé stesso: non è la scienza esso stesso. Vi è qualcosa che sfugge al pensiero e questo è, appunto, l'Essere in sé e per sé.

L'Essere, che sfugge alla coscienza, produce un effetto attivo e persino retroattivo sul pensiero, direzionandolo di qua e di là. Esso è in balìa dell'Evento. Ne è, per così dire, dominato. Il Sé risulta così esposto: mai quieto, ma sempre irrequieto; è incapace di sottrarsi all'Evento. E' perciò vulnerabile, non invulnerabile.

Per Hegel sarebbe impossibile ipotizzare l'esistenza di un Essere autonomo capace di fare questo, poiché niente può esistere se non come creazione stessa della coscienza che si riflette su di sé: la coscienza crea i suoi oggetti.

Il Pensiero è un'autocoscienza finita:

Per concludere, sarà necessario dare una diversa definizione di pensiero rispetto a Hegel: esso non è l'autocoscienza assoluta, infinita, bensì l'autocoscienza finita.

E' un Sé (ossia coscienza riflessa su se stessa) vulnerabile, esposto all'Evento.  

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