
La liberal-democrazia è possibile in Russia?
Di Alessandro Cantoni
Altro punto: Montesquieu, sommo assertore delle libertà democratiche e costituzionali, non ha mai sostenuto che questo modello potesse essere esportato ovunque all'estero. In alcune realtà, la monarchia, l'oligarchia o il dispotismo sono più confacenti alla struttura/sovrastruttura di certe nazioni, per quanto a noi possa e debba sembrare terribile.
La storia ci insegna che laddove la democrazia ha cercato di fiorire a scapito dell'economia o cultura dei popoli (costumi, tradizioni, religione, ecc.), le conseguenze sono state guerre civili, collasso economico e decadimento sociale. I sistemi di governo possono cambiare, ma occorre che la trasformazione avvenga sulla base di reali mutamenti nella struttura e nella sovrastruttura di una data società. E, comunque, non può essere il popolo a decidere quando debbano aver corso tali cambiamenti. La decisione finale spetta alla politica. Nel caso della Russia, dobbiamo conoscere la sua storia per poter giudicare il regime ad essa più adatto. Considerando anche le enormi differenziazioni etniche e le dimensioni di questo Stato, soltanto un condiviso senso dell'identità nazionale può tenere unita la popolazione. Per ragioni storiche, sappiamo quanto ciò sia stato difficile e abbia necessitato di un'azione politica zarista.
Lo zar era in grado di incarnare la volontà della nazione meglio di chiunque altro: accentramento, oltre ad una forte autorità di stampo religioso. Tale esigenza, anche dopo il tracollo dello zarismo, è stata garantita esclusivamente da un'autorità centrale di particolare rilievo: una burocrazia (o politburo) capace di tenere unita la nazione e scongiurare caos sociale, civile ed economico.
Certamente non reputo la guerra uno strumento di legittimazione e neppure la violenza verso i dissidenti una possibilità percorribile. Penso che anche in uno Stato oligarchico o dispotico la violenza e repressione del dissenso siano in contrasto con lo spirito delle leggi, le quali hanno il solo compito di razionalizzare un ordinamento politico, e non quello di eliminare gli oppositori. Lo Stato deve mantenere il punto entro i limiti della legalità, e non credo neppure che abbia diritto di invadere paesi stranieri.