L'autonomia negata
Ci stanno fregando. Certo, perché a qualche signore fa comodo che i nostri quattrini vadano direttamente nelle saccocce dello Stato

Un anno fa i vertici di Regione Lombardia ci avevano promesso l'autonomia. Un impegno per il quale si è sempre battuta la Lega di Umberto Bossi e che a inizio ottobre 2017 sembrava ancora un miraggio. Invece, dopo un colpo di scena, gli elettori sono stati chiamati a votare. Quasi il 40% dei cittadini aventi diritto si è presentato alle urne, votando a favore della risoluzione 97. Praticamente all'unanimità, dato che il 95% di loro ha sostenuto il provvedimento a firma Maroni.
Da allora sono cominciate le trattative con il governo (e anche le magagne). La propaganda elettorale, come al solito, ha tradito le aspettative di chi non è rimasto sul divano, ma ha preferito recarsi al suo seggio. Il referendum consultivo si è rivelato per quello che è: una boiata pazzesca, per dirla alla Fantozzi. A leggere le pagine del documento si trovano infatti disposizioni riguardanti l'autonomia in riferimento a 23 competenze specifiche. Tutta una lista di buone intenzioni, per carità. A cominciare dai maggiori margini di libertà concessi per ambiente, sanità, ecc.
Alla voce «area finanziaria», tuttavia, si menziona una «maggiore autonomia finanziaria nell'ambito del coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario». Tradotto, ciò significa che alcuni tributi di competenza regionale (tassa automobilistica, ecc.) verranno incamerati nelle casse della Regione.
Una parte dei nostri soldi verrà impiegata in investimenti per i cittadini lombardi. Non male, ma comunque lontano anni luce dal proposito iniziale di raggiungere una completa indipendenza fiscale.
I soldi che paghiamo, insomma, non ce li terremo tutti noi. Del resto la Lombardia figura come il primo contribuente italiano per le casse dell'Inps. Regione che, da sola, nel 2015 versava già oltre 35 miliardi di euro all'anno e che, insieme a Veneto ed Emilia-Romagna sborsa la metà dei contributi che affluiscono a Roma. Ci stanno fregando. Certo, perché a qualche signore fa comodo che i nostri quattrini vadano direttamente nelle saccocce dello Stato. Più che saccocce, però, sembrano degli scolapasta: fanno acqua da tutte le parti.