
Le vecchie ideologie salveranno il mondo?
Di Alessandro Cantoni
E' vero che il trionfo della globalizzazione ed il progresso storico hanno segnato il tramonto delle ideologie tradizionali? Ha ancora senso parlare di rautiani, almirantiani, comunisti, fascisti, anarchici?
Karl Marx scriveva che le ideologie sono legate ad un'epoca determinata. Non formano l'ossatura del sistema; non costituiscono la struttura della realtà, ma danno origine, semmai, a quello che gli hegeliani definiscono Weltgeist o spirito del mondo. Esso si incarna nell'arte, nella religione, nelle manifestazioni plastiche e spirituali contingenti.
D'altro canto, il progresso storico è un fenomeno inevitabile e irrevocabile. Con questa espressione non si vuole dare una connotazione positiva o negativa, giacché il progresso comprende sempre entrambe le cose: è la sintesi dei contrari.
Detto ciò, dunque, i vecchi partiti devono deporre le armi cedendo il posto ai cosiddetti schieramenti progressisti? Niente affatto. Comprendere l'esistenza di un progresso nella storia non implica arrendevolezza o entusiasmo nei suoi confronti, bensì adattamento alle circostanze, per evitare di sconfinare nell'anacronismo.
Dal punto di vista della proposta politica, ad esempio, occorre conciliare la propria visione con un sano, pragmatico realismo. Per esempio, appare impossibile il ritorno agli Stati nazionali sic et simpliciter. Tuttavia, non è irrealistico guardare ad un federalismo europeo sul modello degli Stati Uniti, in cui far parte di una comunità non implica una subordinazione incondizionata alle direttive centrali. L'Unione Europea può offrire enormi vantaggi in termini economici, di competitività, ma allo stesso tempo può ledere gli interessi nazionali di un popolo, ed è il motivo per il quale si dovrebbe rilanciare il modello di un'Europa delle nazioni.
Parlare di regresso al pre-capitalismo, di nazionalismo, tuttavia, è pura ideologia che non tiene conto della situazione presente, del mercato del futuro, ecc. In altri termini, si rivelerebbe sterile e infeconda in termini pratici.
Al di là della politica, però, gli schieramenti meno centristi dovrebbero evolvere in movimenti culturali (oltre che politici), per dare pieno risalto a ideologie che apparentemente contrastano con lo spirito del tempo.
Soltanto come sentimento e in virtù di una proposta culturale si valorizzano le ideologie. Oggi più che mai, è importante contrastare una deriva dovuta alla globalizzazione stessa e al sistema economico: la sostituzione della religione con il materialismo, il culto del denaro, la mistificazione dei sentimenti, ecc.
E' qui che entrano in gioco gli
schieramenti più ortodossi (estrema destra, estrema sinistra, anarchici). In
che modo il sentimento anticapitalistico, il nazionalismo, l'amore per il
nazional-popolare possono agire nella nostra società? Solamente attraverso la
formazione, la persuasione che esiste un modello alternativo a quello presente.
Pensiamo alla nuova visione del mondo che ci hanno suggerito poeti come
Leopardi o Walt Whitman, o filosofi come Friedrich Nietzsche. La loro filosofia
non è morta: ci insegna a valorizzare infiniti, nuovi aspetti del reale. E'
pensiero eterno, nel senso che non ha tempo; è valido sempre, universalmente.
Le ideologie politiche possono, attraverso un'operazione di tipo culturale, non
cambiare il mondo, fermare il progresso, ma quantomeno perfezionare la società,
ancorarla a valori umani, spirituali, che non ci possono fornire né la scienza positiva
né la tecnica né il materialismo. Arricchire, in altre parole, la nostra
visione o sensibilità, per insegnarci a vivere e riscoprire il vero significato
di essere uomini.