L'Europa, il Cristianesimo e il mondo moderno

Papa Benedetto XVI con il Presidente degli Stati Uniti George Bush

Per Aristotele, l'uomo è un animale sociale (zoon politikon)

Giustiniano, autore del Corpus iuris civilis che raccoglieva materiale giurisprudenziale del diritto romano
Di Nicolò Corradini
Qual è la nostra civiltà, se non la comune casa europea? Ebbene, io devo essere proprio uno a cui piace farsi stare antipatico e ora vi spiego il perché: in questo periodo di crisi economica e politica dell'Unione Europea a me viene proprio il guizzo di non parlarne male. Intendiamoci, non che così com'è sia perfetta, ma non è di economia o di politica che voglio parlare. Voglio parlare della necessità di riscoprire una comune radice europea, dell'importanza di non precludere a noi e agli altri popoli europei di sentirci parte di qualcosa di più esteso e più antico.
Certo, il Cristianesimo ha per secoli forgiato e nutrito l'ossatura stessa dell'identità europea. Ce lo ricorda niente meno che Joseph Aloisius Ratzinger, il papa emerito Benedetto XVI, in un suo scritto, Europa. I suoi fondamenti spirituali ieri, oggi e domani. Partendo da una definizione geografica di Europa, di per sé difficile e sfuggente, Ratzinger introduce un percorso storico-culturale, che va dall'Impero romano a Costantinopoli, dal monachesimo medioevale per arrivare all'Umanesimo e finire con la modernità. La modernità, appunto, inaugurata dalla Riforma di Lutero e poi introdotta col ferro e il fuoco della Rivoluzione francese, ha avuto esiti diversi a seconda delle aree geografiche, caratterizzandosi in un senso più individualistico nel mondo germanico e anglosassone e in un senso nazional-statuale nel Paesi di cultura mediterranea. Il mondo germanico-protestante, secondo il papa emerito, avrebbe dato luogo, in America, alla formazione di chiese libere, staccate dal potere politico, ma al contempo fautrici di quella presunzione escatologica e messianica che ha guidato la politica estera statunitense (aggiungo io) dalla dottrina Monroe fino a Bush e ai tempi più recenti...
Tornando all'Europa, Benedetto XVI prospetta una nuova carta costituzionale europea che possa garantire la dignità e l'inviolabilità della persona umana, sia individualmente che inserita nel tessuto sociale, nel solco di quanto ha insegnato la dottrina sociale della Chiesa cattolica.
Questa mi sembra la strada da seguire, tenendo sempre presente quali sono le tre colonne portanti di ciò che si intende parlando di Europa e, più in generale, di Occidente: la matrice filosofica greca, che ci ha insegnato che "l'uomo è misura di tutte le cose"(Protagora) e che la realizzazione del singolo non può prescindere dal suo essere animale sociale (zoon politikon, secondo Aristotele); la storia di Roma antica e la sua eredità giuridica, in quanto verba volant sed scripta manent; e, naturalmente, il Cristianesimo, luce raggiante di secoli di missionari della Weltanschauung europea, esportatori del suo messaggio umano e comunitario.
Da questo periodo buio è possibile uscire, a patto che si riscopra il valore dell'essere umano, non solo come individuo consumatore ma anche(e soprattutto!) come depositario di prospettive ideali e di sensibilità irripetibili.