Perché non possiamo (e non dobbiamo) sentirci liberi
Osservando le manifestazioni di tanti cittadini scesi nelle piazze in maglietta rossa durante le scorse settimane, mi sono posto una domanda: che ne è della loro coscienza? Ecco, credo che ognuno di noi, prima di chiudere gli occhi, dovrebbe porsela.
I drammi del mondo dovrebbero pesare come macigni sulle spalle fragili dell'umanità. Perciò non posso accettare l'ipocrisia di molti protagonisti della vita pubblica, ma anche di alcuni privati cittadini, che puntano l'indice verso chi non condivide le loro opinioni politiche considerandoli privi di un qualunque vincolo etico.
Dovrebbero sapere, costoro, che in politica sono necessarie le azioni, le quali rispondono sempre - o dovrebbero - alla legge fredda, calcolatrice della ragione, anziché del pathos.
Criticare le posizioni del governo Conte è legittimo, ma troppo semplice, soprattutto da parte di chi non agisce concretamente, in conformità ai propri ideali.
Sostengo vivamente che l'immigrazione debba essere regolata secondo norme e criteri di redistribuzione equa, agendo contemporaneamente alla radice del problema. Difendo strenuamente il diritto all'autodeterminazione dei popoli. Tuttavia, non è lecito pensare di frenare i flussi migratori nel corso di un breve arco temporale. Ogni giorno, infatti, centinaia di vite si spengono nelle acque profonde del mare blu come cobalto.
Qualcuno ritiene forse che io non abbia queste vite spezzate sulla coscienza? Tutti dovremmo averle.
Per questa ragione non riesco a condividere chi prova a sollevarsi moralmente cercando di fuggire il senso di colpa. Ciò io chiamo ipocrisia e vigliaccheria.
Un uomo deve possedere la forza delle proprie idee, ma deve rimanere consapevole della propria naturale sconfitta.
Chi sostiene un'immigrazione senza vincoli è in malafede. Non desidera, infatti, il bene del proprio Paese, il quale subirebbe conseguenze nefaste qualora la situazione sfuggisse di mano, né propone idee.
Prendere posizione significa proporre. Chi si richiama ad ideali astratti di umanità non presenta soluzioni, bensì cerca di liberare la propria coscienza dal fardello che ogni decisione implica necessariamente.
Chi critica Salvini dovrebbe presentare un modello credibile, alternativo, anziché limitarsi alla polemica spicciola e alla retorica del politicamente corretto, epidemia del nostro secolo. Nessuno di noi è libero; libero di sentirsi innocente.
Occorre liberarsi, al contrario, della banalità dilagante che intorpidisce le menti di certe anime belle, incapaci di affrontare con serietà la realtà fattuale. Ciò che sanno fare, le anime belle, è attaccare - persino con veemenza - chi tenta di proporre soluzioni, magari sbagliando.
I Migliori, tuttavia, non possiedono l'intelligenza di colui che dubita. Non conoscono il silenzio.
Liberi, volano e provano a sfiorare il cielo con un dito, innalzandosi con due ali che la Provvidenza ha voluto fossero di cera. Credevano di raggiungere il sole, ma il fuoco li ha respinti.
Bisogna sempre dubitare "di chi non dubita niente".