Ritratto di un conservatore

"Prima legge dell'amicizia sia questa: che agli amici chiediamo cose oneste, per cagione degli amici cose oneste facciamo, non aspettiamo neppure di esserne richiesti; sempre vi sia sollecitudine; non vi sia mai esitazione; anzi osiamo dar francamente dei consigli; moltissimo valga nell'amicizia l'autorità degli amici che persuadono al bene; e la si usi ad ammonire non solo apertamente, ma anche severamente, se la cosa lo richiederà"

«(...) Vi esporrò dunque, romani, quali categorie di persone forniscono a Catilina codeste sue forze; subito dopo a ciascuna di esse offrirò con la mia parola, se mi sarà possibile, il rimedio di un saggio consiglio. (...) La prima categoria è formata da cittadini che, pure ingolfati in grossi debiti, hanno delle proprietà più grosse ancora, ma sono a esse così svisceratamente attaccati, che è per loro impossibile disfarsi insieme di esse e dei debiti. (...) Ad ogni modo, però, costoro non sono, a mio avviso, assolutamente temibili, dato che c'è la possibilità di farli ricredere, oppure, se persisteranno nel loro atteggiamento, mi danno l'impressione di essere più pronti a imprecare contro lo stato che non a prendere le armi contro di esso»

François-René de Chateaubriand, padre del conservatorismo: espressione usata per indicare chi difendeva la religione, la monarchia, la libertà, la Costituzione contro reazionari e rivoluzionari
Di Nicolò Corradini
Chi è, in parole povere, il conservatore? Potrebbe darsi che sia riservato, di poche parole e amante del quieto vivere, oppure allegro, scanzonato e incline far festa. In ogni caso, sembrano non attrarlo i discorsi altisonanti e le parole ampollose, non sono nelle sue corde, perché il conservatore è un animale di terra, dall'indole concreta e spesso caratterizzato da un temperamento austero ma non necessariamente severo. Se credente, è sovente tradizionalista, altrimenti è di una religiosità pacata, rurale, che concepisce sostanzialmente come instrumentum regni, come antidoto alla dispersione sociale. Il suo atteggiamento verso il nuovo è il più delle volte riluttante, sapendo bene che le novità sono spesso riproposizioni sotto mentite spoglie di vecchiume che si è già dimostrato inefficiente.
Nei confronti della cultura, il conservatore alterna una certa predilezione per il sapere tecnico, a momentanei sprazzi di interessi umanistici, pur rimanendo tendenzialmente scettico verso la filosofia, sospetta di stimolare velleità contestatrici. Se cultura umanistica deve essere, meglio l'evasione ideale nella letteratura o una buona e auspicabile infarinatura storica. L'atteggiamento conservatore verso la scuola lo porta a raccomandare ai figli il rispetto e la reverenza verso i docenti, in quanto rappresentanti dell'autorità costituita e perciò da obbedire fintanto che se ne è soggetti. La scuola deve dunque formare cittadini consapevoli e giudiziosi, disposti al sacrificio e al lavoro duro in vista del raggiungimento dell'obiettivo, sempre rispettosi dell'autorità, in nome prima di tutto dell'interesse personale che presiede alla conoscenza delle leggi e al rispetto verso di esse, perché solo sotto il giogo della legge si realizza la libertà. A qualcuno questo modo di vedere potrà sembrare opportunista, ma va tenuto conto del fatto che per il conservatore la priorità è il mantenimento di un ordine gerarchico, della pacifica convivenza.
Una volta finiti gli studi, poi, l'obiettivo deve essere il proprio inserimento nel mondo...
Rispetto delle leggi vigenti e del sentire comune, concretezza ed un approccio pragmatico, anche in economia. Il borghese crede che, come per un'impresa, lo Stato, non da meno, ha il dovere di render conto di entrate ed uscite e gli oneri impropri sono da considerarsi roba per filosofi e perdigiorno. Mentre gli altri temporeggiano, lui ha fretta: si alza presto, una piccola colazione ed è pronto per arrivare stanco morto la sera. Probabilmente è uno che si annoia in vacanza e che cerca continuamente qualcosa da fare. Il nostro borghese ha a cuore che tutto fili liscio e concepisce il mondo come una costante relazione con gli altri, in cui la gratitudine è l'asse portante delle relazioni sociali e il senso dell'onore non può prescindere dall'onorare i propri debiti; sulla scorta di un suo illustre antenato, Maro Tullio Cicerone. L'arpinate (nativo di Arpino, nel Lazio meridionale ) si scagliò ardentemente contro Lucio Sergio Catilina, che all'epoca doveva essere considerato alla stregua di un pericoloso populista, fautore di una riforma che avrebbe condonato alla plebe i debiti contratti nei confronti del patriziato romano. Della concezione della pace sociale e dell'onore di Cicerone ci resta testimonianza nelle quattro Catilinarie, le orazioni pronunciate contro il senatore che voleva sovvertire l'ordine costituito. Il grande oratore romano si mostra in linea con il pensiero conservatore e borghese anche in un'altra sua opera celeberrima, il dialogo Laelius de amicitia, in cui delinea la sua concezione dell'amicizia, che è giusta e foriera del vero bene solo se stretta tra boni viri, ovvero tra coloro che hanno a cuore la giustizia e sono legati dal rispetto verso di essa.
Capisaldi del conservatore sono il senso civico, l'operosità e un'insaziabile propensione a migliorarsi. In un bel film del 1987 che ha ormai fatto scuola, Wall Street, Michael Douglas interpreta il cinico e spietato miliardario Gordon Gekko e, in un suo celeberrimo monologo, afferma che l'avidità, in tutte le sue forme, ha improntato lo slancio in avanti di tutta l'umanità. Partendo da un presupposto essenzialmente pessimista, ovvero la legge dell'homo homini lupus, il conservatore accetta la lotta per la sopravvivenza e, pur nella continua ricerca della propria autoaffermazione, accetta anche la presenza di un Leviatano che mitighi la propria e l'altrui cupidigia. È questo, in definitiva, il grande insegnamento della mentalità borghese: l'accettazione del presente, non importa se entusiastica o sconsolata. Non per vacuo idealismo, intendiamoci, ma sempre considerando ogni aspetto del reale come un organon , ovvero uno strumento che deve accordarsi ad una più generale armonia, essendo egli conscio del fatto che la realizzazione personale non può avvenire all'infuori de mondo reale.