Un nuovo impegno con la Destra per amore della Comunità

27.07.2022


Di Alessandro Cantoni


Da questa settimana, inizia per me una nuova, importante esperienza: la militanza - senza impegni formali - in Gioventù Nazionale.

Come molti sapranno, considero la politica una passione e non un lavoro. Lavorare, ossia porsi al servizio di una collettività, è già, di per sé, un'azione politica, se sorretta dall'etica e dalla coscienziosità.

La mia militanza per la Destra ha quindi il valore di portare tra la gente il seme della passione civile: un invito a credere negli ideali e non nelle singole personalità politiche. Le idee vivono, anche se sembrano inermi, e sono il motore del cambiamento.
Destra, per me, significa anzitutto ottimismo e sogno di una società diversa, meno consumistica ma più spirituale e interiore.
Al di là dei tanti stereotipi che ancora avvolgono questa area politica (un po' per ignoranza, un po' a causa dell'immagine distorta, trasmessa dalla politica parlamentare), l'uomo di Destra crede nel valore della fraternità: il cameratismo di Walt Whitman, per intenderci (da non confondere con lo squadrismo o, persino, cosa ancora peggiore, il nonnismo); crede nel perfezionamento morale, da cui dovrebbero scaturire i migliori sentimenti di compassione e di rispetto verso gli altri. Tuttavia, a differenza dei progressisti, questi valori non si trasformano in feticci, in bandiere ideologiche da esibire nelle piazze. L'uomo nuovo a cui pensa la Destra non è il radical chic che strumentalizza i sentimenti e le passioni umane, le sue inclinazioni più intime, per pura formalità e, non di rado, con ipocrisia. La tolleranza e la libertà sono valori più interiori, che, nella loro acclamazione politica, rischiano di svalutarsi, fino a diventare "ricatto e terrorismo", per usare le parole di Pasolini.
Si trasmettono da uomo a uomo, e non hanno bisogno che un freddo codice giuridico ne sancisca per forza l'esistenza.
Ciò non significa, ovviamente, che alcune proposte relative all'ambito dei diritti civili (penso all'eutanasia) non debbano essere discusse seriamente e, se il caso, approvate. Non confondiamo il conservatorismo sociale con l'immobilismo o con il passatismo.
A Destra, il passato non è un archetipo, ma un serbatoio di valori a cui attingere, quando serve, per arricchire il nostro Presente ed il Futuro. Non tutto ciò che è stato, è da conservare; ma nemmeno da buttare. La storia è maestra di vita. Liquidare tutto il Passato come mero oscurantismo è sciocco e superficiale.
Pensiamo anche solo al contributo filosofico del cristianesimo, o della tradizione laica, scientifica, occidentale, del pensiero ellenico ed ellenistico: tutto ciò merita di essere considerato con profondità nella riflessione politica odierna.
Chi non vuole fare i conti con la Storia, bensì sognare un progresso illimitato rivolto al solo Futuro, rifiuta di riconoscere ciò che l'uomo è: una creatura intermedia fra Passato e Futuro.
Ignorare questo dato di fatto è voler ignorare se stessi e andare incontro alla disgregazione dell'umanità.

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