Viva i protetti di Santa Barbara. Sì, ma riempitegli pure le saccocce

04.12.2018

Di ALESSANDRO CANTONI  

Ricordarsi dei nostri eroi e delle forze armate un solo giorno dell'anno è un'amara ipocrisia. Come a Natale, tutti ci sentiamo più buoni ed alleggeriti da un peso che ci piega il groppone. Qualche regalo, una giornata al caldo coi famigliari attorno ad una tavola imbandita, per poi tornare, il giorno successivo, ad essere i soliti cafoni di sempre. Ugualmente, nella festa di Santa Barbara ci sentiamo tutti in dovere di esprimere un ringraziamento ai vigili del fuoco, i quali rischiano la pellaccia da mattina a sera. Giusto, persino irreprensibile. Ma aumentiamogli pure lo stipendio, ché nella vita non si campa soltanto di pacche sulle spalle e di incoraggiamenti. Servono quattrini per riempirsi le saccocce e tirare avanti. 

 Ricordate quel che è successo due settimane fa? Venerdì 23 novembre, a buon diritto, la categoria dei medici italiani ha scelto di incrociare le braccia per denunciare il blocco del rinnovo dei contratti, fermo da dieci anni. Ovvio, perché per far funzionare i servizi pubblici servono quattrini. Altrimenti la gente se ne sta volentieri a casa e la macchina va in panne. Senza danaro pubblico gli ospedali chiudono, i ricercatori fanno i bagagli e portano i loro cervelli all'estero, mentre i nostri vecchi crepano nell'indifferenza di uno Stato canaglia. Non occorre essere dei Cavour per capire che anche i protetti di Santa Barbara non riescono a mantenere casa e poppanti con 1200-1300 euro al mese. Scrive Simone Micocci che dal triennio 2016/2018 i pompieri hanno 84 euro in più in busta paga. A me pare tanto una nullaggine degna di un Matteo Renzi. Sono tante le bocche da sfamare, e non saranno certo quattro soldini a rimpinguare il portafoglio. Aspettiamo con pazienza le prossime mosse del Governo.       

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